UNO "SPIRAGLIO DI LUCE" SULLA SALUTE: LA CROMOTERAPIA 

 

Un mondo di colori

Di fronte ad un paesaggio meraviglioso, un giardino fiorito o un antico affresco restiamo incantati dalla bellezza dei loro colori e non ci rendiamo conto che, in ogni momento, essi sono protagonisti della realtà che ci circonda, né della loro importanza per ciò che riguarda il nostro umore e lo stesso nostro benessere. I colori sono intorno a noi sempre, caratterizzano gli ambienti che frequentiamo e tutte le attività che svolgiamo. La natura per prima ci regala le sfumature e le tonalità più varie in una moltitudine di espressioni: viviamo in un mondo di colori! 

cromoterapia


Caratterizzazione fisica del colore

Ma che cosa è il colore? E' noto che la percezione dei colori avviene tramite il senso della vista, mentre non è altrettanto familiare il concetto che il colore non è che una rappresentazione psichica di caratteristiche fisiche delle radiazioni capaci di stimolare l'occhio umano. Considerata la diversità delle peculiarità psichiche di ciascuno e dei conseguenti processi fisico-fisio-psicologici, ne deriva che, entro certi limiti, il colore è una caratteristica soggettiva.

La nostra psiche "filtra" le informazioni ricevute dai nostri sensi dal mondo reale e ci presenta un nostro mondo apparente. La storia sulle ricerche condotte in quest'ambito si sviluppa parallelamente alle teorie e alle ricerche di agenti fisici che consentano la visione e cominciò nei tempi antichi con l'interesse dei primi grandi filosofi del periodo greco-romano, con i successivi contributi di Ibn-al-Haitham, Cartesio, Francesco Maria Grimaldi, I. Newton, C. Huygens, T. Young, A. Fresnel, J. C. Maxwell, A. Einstein e di tutti i ricercatori medici fino ai nostri giorni. Come questo processo avvenga in realtà non è ancora ben noto e comunque esula dagli scopi della presente trattazione, essendo materia di studio della fisiologia della visione, della fisica e, in parte, della psicologia clinica

Cerchiamo ora di dare un significato fisico al concetto di colore, per riuscire a comprenderne le modalità di interazione e gli effetti sugli esseri viventi. Tutta la realtà che ci circonda è impregnata di molteplici forme di energia, che si propaga nello spazio in veste di radiazioni, quali per esempio particelle materiali accelerate (nuclei di elio e raggi a, elettroni e raggi b) e onde elettromagnetiche (onde radio, microonde, infrarosso, luce visibile, ultravioletto, raggi X, raggi g, con lunghezze d'onda che spaziano indicativamente da 105 a 10-13 m). I dati sperimentali oggi disponibili consentono, con un certo margine di dubbio, di caratterizzare queste ultime secondo entrambe le teorie maxwelliana (ondulatoria) e einsteiniana (quantistica o corpuscolare): la radiazione elettromagnetica è una propagazione di onde elettromagnetiche che, essendo quantizzate, danno luogo anche a fenomeni interpretabili modellisticamente come dovuti al flusso di uno sciame di corpuscoli, i quanti del campo elettromagnetico, anche detti fotoni.

Una piccola porzione dell'ampio spettro della radiazione elettromagnetica costituisce la luce visibile (con lunghezza d'onda compresa tra 0.38 e 0.76 mm), che è il "veicolo" attraverso il quale possiamo percepire i colori. E' purtroppo molto diffusa la convinzione che a radiazioni di lunghezza d'onda diversa corrispondano altrettanti diversi colori; in realtà vi sono colori (come i porpora e i magenta) a cui non corrisponde nessuna particolare lunghezza d'onda; inoltre la corrispondenza tra lunghezza d'onda della radiazione e colore non è affatto biunivoca, come dimostra il fatto che uno stesso

colore può essere visto sia per effetto di una radiazione di una data lunghezza d'onda, sia di una miscela di radiazioni di lunghezza d'onda diverse, in infinite combinazioni, come dimostra la tricromia.

Aggiungiamo ancora che una radiazione di una data lunghezza d'onda può far vedere colori ben diversi per effetto di numerosi fattori (colore di campo, adattamento cromatico, ...), come è evidentemente dimostrato dall'effetto Purkinje, secondo cui quando diminuisce l'intensità della radiazione si percepisce una sensibile variazione di colore, pur restando immutata la lunghezza d'onda (è l'esperienza della visione al crepuscolo o alla luce lunare).


Gli effetti del colore

Siamo quindi pervenuti alla conclusione che i colori che noi vediamo non sono altro che una miscela di onde elettromagnetiche appartenenti ad un ben definito spettro, emesse o riflesse dagli oggetti che ci circondano, rilevate dal nostro organo di senso della vista ed elaborate dalla psiche, fino ad ottenere una immagine apparente a cui associamo il concetto di colore. Questo risultato ci permette già di rilevare i due effetti fondamentali del colore sugli esseri viventi (in particolare sull'uomo):

1) in quanto radiazione elettromagnetica, il colore agisce in senso fisico sui corpi, secondo le leggi che la fisica attribuisce a tale radiazione. Per rendersi conto di quali potenti effetti possano avere le radiazioni elettromagnetiche è sufficiente pensare alla benefica, ma anche pericolosa, luce del sole: da tempi immemorabili è risaputo che il sole è fonte di vita e forse la stessa adorazione della stella nelle religioni primitive è la manifestazione concreta di una verità riconosciuta a livello inconscio. Gran parte del mondo vegetale trae inoltre il proprio sostentamento proprio dalla luce solare, energia riassuntiva di ogni colore. Ricordiamo poi le applicazioni dei raggi X e del Laser e delle molte terapie basate sull'azione di campi elettromagnetici. Ogni essere vivente, così come ogni corpo inanimato, è sede e generatore di radiazioni elettromagnetiche e risente pertanto, in modo più o meno evidente, dell'interazione con radiazioni provenienti dall'esterno: un fascio di luce colorata può avere rilevanti effetti fisici.

2) in quanto rappresentazione psichica di un fenomeno fisico, il colore coinvolge tutti quegli imperscrutabili aspetti della mente che tanto potere hanno sull'intero nostro essere. L'azione del colore in questo senso è meno definita e più soggettiva, ma altrettanto intensa. Si ritiene che la sollecitazione del senso della vista per mezzo dei colori stimoli la produzione di particolari neurotrasmettitori, capaci di interferire a livello nervoso con lo stato psico-fisico del soggetto. La luce è ad esempio uno degli agenti regolatori della serotonina, ormone che regola l'umore e in generale tutte le attività del corpo.


Arcobaleno

Il colore ed il suo valore simbolico

In quest'ottica è interessante porre l'attenzione sul valore simbolico del colore. Osservando la natura si coglie che il colore ha una sua precisa funzione biologica e rappresenta una sorta di codice di informazione. Quando si vede un colore non si percepiscono solo una certa gamma di radiazioni elettromagnetiche, ma se ne subisce anche l'effetto emotivo. La pubblicità conosce molto bene queste regole e sfrutta le modificazioni fisiche e psichiche che si producono nel vedere un colore piuttosto che un altro. Nella maggior parte dei casi non si ha la consapevolezza dell'effetto che il colore esercita su di noi: il colore parla un linguaggio per lo più inconscio! Si deve comunque sottolineare il fatto che il colore ha un significato oggettivo ed universale, quindi valido per tutte le

persone e per tutte le culture, mentre risulta soggettivo l'atteggiamento che il soggetto o la cultura può avere nei confronti di un determinato colore.

Si può comprendere meglio quest'ultimo concetto osservando i colori dei nostri abiti e delle persone che ci passano accanto durante la giornata: ciascuna tende ad indossare indumenti del colore che più la fa sentire a suo agio e con il quale maggiormente si identifica. Generalmente il carattere introverso preferisce colori caldi, quali il giallo, l'arancione, il rosso e il rosa, mentre l'estroverso tende a scegliere i colori più freddi, quali l'azzurro, il blu e il viola, quasi a simboleggiare una reattività al proprio stato d'essere. Si deve aggiungere che la percezione sensoriale di ogni colore è vissuta in maniera diversa dalle diverse persone, ma può produrre un identico effetto, a livello fisico e psichico. Ad esempio, per alcune popolazione il colore nero è funerario, mentre per altre è il bianco.


Breve storia della cromoterapia

La Cromoterapia nasce dunque con il proposito di sfruttare a scopo terapeutico tutte le potenzialità della radiazione cromatica. I primi indizi di questa pratica si trovano in alcuni manoscritti non datati provenienti da India, Cina ed Egitto, nei quali vengono descritti metodi basati sull'impiego del colore, utilizzati dai guaritori del tempo per ottenere effetti benefici.

Grazie alle scoperte di I. Newton, poterono essere riprodotte artificialmente radiazioni di ogni singolo colore, che fino ad allora potevano soltanto essere passivamente osservate in natura. Le notizie si perdono e gli studiosi si susseguono fino al 1877, quando il dott. S. Pancoast pubblica il primo trattato sull'impiego dei colori a scopo terapeutico. L'anno successivo il dott. E. D. Babbit rende pubblico un suo lavoro in cui descrive il diverso effetto dei colori in terapia. Al giorno d'oggi le indagini scientifica e statistica hanno confermato la validità terapeutica della cromoterapia.


Le applicazioni terapeutiche

Questa tecnica integrativa è capace, grazie al fatto che ogni colore possiede uno spettro con specifiche proprietà curative, di riportare ordine ed armonia in un organismo che si è allontanato da questa situazione. Diverse sono le metodiche nell'applicare il colore a livello terapeutico.

Le più diffuse sono:

  • Radiazioni cromatiche totali: è una terapia di terreno, che utilizza colori caldi o freddi a seconda del tipo di patologia e del distretto cutaneo che viene colpito dal raggio luminoso. · Radiazioni cromatiche indotte su una certa zona malata, per la quale è fondamentale l'esatta diagnosi dello stato morboso e la sua esatta localizzazione. E' importante identificare la natura della malattia per richiamare localmente energie specifiche.
  • Radiazioni di un punto di agopuntura: al posto degli aghi si utilizza la luce colorata. Viene utilizzata per rinforzare l'energia mancante o rinforzarne l'azione.
  • Radiazioni a livello degli occhi: per riequilibrare il sistema emotivo.
  • Solarizzazione dell'acqua: l'acqua viene messa in contenitori di vetro trasparente e irradiati da luce colorata. Viene poi trasferita in bottiglie di vetro con il colore dell'irradiazione ed utilizzata da bere, per impacchi o gargarismi.
  • Respirare il colore: visualizzare il colore, immaginare che l'aria inspirata sia del colore visualizzato e che lavori su quel determinato distretto, che ha quella specifica situazione morbosa. In questo caso si agisce a livello psichico.

Anche l'utilizzo di pezze o abiti colorati può essere considerata una sorta di rudimentale cromoterapia. Le irradiazioni luminose durano dai 25 ai 30 minuti circa. Si deve tenere in considerazione che le metodiche di luce convogliata sulla figura fisica non sono scevre di effetti collaterali. Ad esempio, nel caso di radiazioni a livello degli occhi, si possono avere indesiderate reazioni a in campo psichico, che sono da ricondursi al riemergere del vissuto individuale, il più delle volte cancellato dal piano cosciente dal paziente stesso. Studi francesi hanno dimostrato che i pazienti con angoscia ed ansia a sfondo depressivo possono, durante la cromoterapia oculare, sviluppare situazioni semideliranti o allucinatorie. Altro esempio di effetto collaterale che si può sviluppare durante la cromoterapia zonale può essere la troppa, errata o deficitaria mobilizzazione energetica di natura difensiva proprie dell'organismo ed attivate da un colore piuttosto che da un altro. La possibilità di curare con i colori deve pertanto essere sempre valutata in maniera accurata per evitare emozioni o sensazioni sgradevoli. E' inoltre da tenere presente che l'avversione da parte del paziente o la predilezione verso un determinato colore nascondono la necessità di colmare un vuoto o evitare un eccesso di energia.

Alcuni esempi di applicazione della cromoterapia sono:

  • la cura dell'ittero neonatale con esposizione del bambino a luce bianca per un periodo da uno a tre giorni
  • la regolazione della produzione della serotonina in soggetti depressi per mezzo di lampade che riproducono quanto più fedelmente possibile la luce solare
  • l'impiego di raggi ultravioletti per la cura di diverse affezioni cutanee
  • le note applicazioni di raggi infrarossi contro dolori muscolari, artrosi, rachitismo, nevriti e tendiniti
  • l'applicazione di luce rossa per le sue qualità cicatrizzanti e antianemiche
  • l'impiego della luce laser per innalzare la temperatura dei tessuti colpiti, con effetti benefici in ortopedia e disturbi muscolari, dermatologia, estetica e chirurgia
  • le applicazioni di luce blu per combattere l'insonnia, gialla e arancione per alcuni disturbi digestivi, verde per problemi delle prime vie aeree e alcune disfunzioni cardiache, viola per aumentare la concentrazione, ...

Bibliografia

§ Linda Clark - Cromoterapia - Ed. Red (Como)

§ Mary Anderson - La Cromoterapia - Armenia Ed. (Milano)

§ V. Ronchi - Storia della luce - (Bologna)

§ C. H. Graham - Vision and visual perception - (New York)

§ M. Luckiesh - Visual illusions - (New York)

§ M. Luckiesh - Physiology and experimental psycology of colour vision - (Londra)

§ L. Andrews Riggs - Fisiologia della visione

§ Optical Society of America - The science of color - (New York)

§ D. B. Judd - Color in business, science and industry - (Londra).

 

Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista l'Erborista