INFERTILITA'

 

 

  

 

Secondo l’OMS e l’American Fertility Society, una coppia è da considerarsi infertile quando non è in grado di procreare, dopo un anno o più di rapporti sessuali non protetti; si considera invece sterile, quando, nella coppia, uno od entrambi i partner sono affetti da condizioni fisiche permanenti che non gli rendano possibile avere dei bambini.

 

Anche in base all’età ci sono delle limitazioni a livello di procreazione, infatti fra i 20 ed i 30 anni, periodo di maggiore fertilità per la donna, la possibilità di procreare è del 90% in un anno di rapporti non protetti e questo dato scende al 10% nella donna di 40 anni. Sempre l’OMS dimostra che per il 30% delle coppie in età fertile si riconosce un fattore d’infertilità maschile, e per un 35% di un fattore femminile.

 

Senza entrare nel merito delle patologie organiche che possono sostenere questo stato di patologia, si può affermare che le stesse possono essere affrontate orientando la ricerca alla radice del problema.

 

Varie possono essere le metodiche che si adottano. Come primo intervento si ricerca il motivo per il quale, sotto un profilo funzionale, il sistema non assolve il suo compito in maniera adeguata. L’indagine è strutturata in maniera differente rispetto a quelle che si effettuano in medicina accademica, cioè attraverso indagini strumentalisenza considerare la persona in toto e la stessa nel suo contesto familiare e sociale.

 

Individuato il cosiddetto “cuore di catena”, ossia il primum movens da cui trae origine il disequilibrio del momento, via via si va a migliorare sempre più il sistema, in modo da portarlo verso il ritmo e l’armonia. A questo punto si può intraprendere uno schema terapeutico che prevede l’utilizzo di supporti terapeutici per via orale, o attraverso metodiche manipolative, energetiche o strumentali, il tutto per un unico scopo:  riportare l’organismo all’omeostasi, quindi all’equilibrio. Gli interventi di natura manipolativa o di biorisonanza, possono richiedere incontri settimanali per la coppia o per il singolo oppure incontri più diradati, ma sempre nell’ottica di ristabilire l’equilibrio perduto.

 

Ottimi risultati si hanno in caso d’infertilità sia femminile che maschile. Ogni caso comunque è a se stante e ogni individuo ha la sua storia, il suo patrimonio genetico e le sue resistenze, con cui bisogna lavorare e fare in modo che i “limiti” diventino opportunità.

 

A cura dello staff medico del CRTO